TEMPO DI RIFLETTERE, recensione del libro "Riflessioni in forma di storielle"

Recensione del libro "Riflessioni in forma di storielle", di Domenico Ambrosino pubblicato su ILMIOLIBRO.IT

Domenico Ambrosino ci invita a riflettere su numerosi temi esistenziali che da sempre sono al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni (coscienza, indifferenza, scetticismo, relativismo culturale, amore, tempo...) con la speranza, lo scrive nella presentazione del suo "Riflessioni in forma di storielle", di "far arrivare qualche idea". Ritengo che l'operazione sia ben riuscita.
 Negli undici racconti s'intravede, a mio parere, un filo conduttore che fa emergere un tema su tutti gli altri: il Tempo, la sua tirannia e la sua fascinazione.
C'è, nel racconto "La leggenda", il Tempo di un futuro lontanissimo (2984, un millennio dopo Orwell...?) con l'umanità ormai estintasi per una scelta irrefrenabile di "autoeliminazione", vista l'impossibilità di risolvere i grandi enigmi esistenziali.
Il secondo racconto, "La caduta", vede il protagonista (Emil Cioran?) in un bar di Parigi discorrere con la cameriera del Tempo e della solitudine.
Il racconto "Un'invenzione geniale" è forse il più riuscito fra tutti; e anche in questo caso il Tempo ricopre il ruolo di protagonista e la sua "misurazione" viene utilizzata come inflessibile deterrente ed efficace soluzione adottata in un carcere cinese per risolvere i problemi legati alla criminalità. Domenico Ambrosino riesce ad "agguantare" il lettore fino all'ultima riga di questa "Storiella" veramente ben congegnata.
Il Tempo, quello a-storico ("la nostra caduta dal Paradiso è stato l'attimo in cui un pugnale avvelenato ha lacerato la nostra innocenza") e quello della Storia (iniziatasi con l'avvio della nostra coscienza umana) è ancora una volta presente nel racconto "Il difetto".
Nel "Segreto" si suggerisce un rimedio efficace contro la tirannia del Tempo: farlo passare, far passare il tempo.
Un altro racconto fra i più riusciti è "L'agrimensore e il contadino", che sviluppa anch'esso il tema del  Tempo sia dal punto di vista "filosofico" del primo personaggio che dal punto di vista di chi invece (maggiormente immerso nella natura) percepisce  il fluire del tempo osservando e seguendo i ritmi delle stagioni. L'agrimensore fa le sue riflessioni: "Solo noi uomini abbiamo la visione del tragico, del tracollo finale; solo noi...comprendiamo la fine di ogni inizio".E come rimedio ci vorrebbe "l'incoscienza, o meglio la non coscienza"; e alla domanda "cosa possiamo fare?", la risposta è pregnante di saggezza: "Beh, possiamo andare a pranzo. E' ora", e s'incamminarono, conclude Ambrosino per quei campi rigogliosi e incoscienti.
Un libro che si fa apprezzare per lo stile e la fluidità delle "storielle" e che fa riflettere: è Tempo.

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