La solita fermata

 

Le briciole del cuore

di 12 marzo 2018

Di piacevole lettura, “La solita fermata” di Alessio Mencarelli è un libro che tratteggia efficacemente le “assopite riflessioni del cuore” di un liceale (?) che, avendo lasciato alle spalle l’adolescenza, inizia il graduale, faticoso percorso di maturità che già si preannuncia carico di illusioni, tentennamenti e delusioni, quelle sentimentali in primo luogo.

Un linguaggio quasi asciutto, intervallato da ben riuscite   descrizioni del susseguirsi delle  stagioni osservate e sofferte nel pur ristretto paesaggio di riferimento, cioè quello urbano visto dagli occhi di un giovane che quotidianamente  utilizza il bus per recarsi a scuola. 

Il “consumato grigiore del pullman” d’accordo, ma anche il bus che  diventa un “emblema impolverato e sporco, ma perlomeno asciutto e caldo” mentre  si può osservare fuori  che “le foglie  si erano staccate dal capezzale delle piante, lasciandole nude”.

E poi una fugace occhiata ai passeggeri del bus, che col tempo diventano familiari e, soprattutto, i primi sguardi ammiccanti   all’indirizzo di lei, una ragazza che invita a fantasticare. E il protagonista per tutto intero un anno,  assiste allo spettacolo  del succedersi delle stagioni e alla crescita della sua infatuazione. 

E infine, dopo tante attese e speranze intervallate da pochi appuntamenti, ecco che il giovane che è ormai convinto di essere “arrivato all’amore” dovrà subire una cocente delusione. 

Un libro, scrive Alessio Mencarelli , “dedicato a coloro che , infreddoliti, si trovano alla fermata con le mani screpolate, in attesa… di essere riscaldati”.      

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