JEAN REVERZY: scrittore e medico - malattia e morte affrontate a viso aperto.

Dalla prefazione alla raccolta di tutti gli scritti pubblicata nel 1964 da Giulio Einaudi con il titolo LA VERA VITA.

"Il linguaggio stesso cambia natura. Mentre la maggior parte degli scrittori lo edifica come una diga contro la morte, Reverzy vede in esso solo un mezzo per addomesticare la morte e renderla accettabile. Come la  morte, il linguaggio annulla, trasforma la realtà in parole, sostituisce alle cose il loro equivalente verbale; insomma porta la morte  nella vita. Linguaggio e morte sono fatti per intendersi.E se non siamo padroni della nostra morte, possiamo esserlo almeno del linguaggio  i cui anelli scorrono parallelamente  al progredire della morte in noi, permettendoci di viverla in anticipo e di renderla presente alla nostra vita.  (Maurice Nadeau) traduzione di Bianca Garufi.

Da IL PASSAGGIO di R. Reverzy - ediz. orig. Place des Angoisses - Julliard 1956 - ed. ital. Einaudi 1964

Uno dopo l'altro, degli esseri umani venivano a sedersi  accanto a me, ci parlavamo a voce bassa, poi si alzavano per svestirsi e stendersi sul lettino: allora palpavo  la loro nudità, ascoltavo il loro respiro e le pulsazioni del cuore. Mentre si rivestivano tornavo alla mia poltrona per scrivere qualche rigo. Mi davano un po' di denaro, mi stringevano la mano e se ne andavano. Bene o male, per ciascuno di loro, avevo decifrato un'enigma e scritto la mia risposta su un foglio di carta che piegavano in quattro e che si portavano via senza guardarlo... 

La sala d'aspetto di un medico produce lo stesso brusio di una gabbia di uccelli; imprigiona sogni, angosce, a volte odori strani. 

Ero un piccolo medico legato a una triste periferia. Conoscevo un po' di medicina: la digitale rianima il cuore, la morfina sopisce i dolori forti, la penicillina fa diminuire la febbre... Tutta la vita di un medico fin dal primo giorno non è altro che un susseguirsi di gesti, di atteggiamenti e di parole innaturali. In lui il personaggio simulato diventa un personaggio reale: quello di prima, il vero, si dissolve e muore...

Se la morte è un facile passaggio  e se l'uomo scivola senza paura e senza dolore nel nulla originale, l'iniziazione è   invece penosa e a volte molto lunga: nessuna scuola, nessun meditare preparano al trapasso; al suo avvicinarsi l'intelligenza si smembra; il coraggio che innumerevoli prove hanno temprato viene meno a quel punto; il neofita balbetta preghiere, invoca dei, volta le spalle alla realtà. (traduzione di Bianca Garufi)



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