Il viaggio in treno di Ovidio da Civitavechia a Genova.
L'imbarco di Peppino, a
Golfo Aranci, sul piroscafo diretto a
Civitavecchia, avvenne la sera del 4
maggio: la traversata durò circa tredici ore;
il mare poco mosso non creò particolari
disagi al giovane emigrante pur essendo
quello il suo primo viaggio in nave.
A Roma,salì sul treno diretto a Genova. Il viaggio
durò l'intera notte; Giuseppe a mala pena
riuscì a trovare posto in uno
scompartimento già affollato di povera
gente proveniente dal sud Italia, soprattutto
dalla Calabria e dalla Campania. Emigranti
pure loro. Valigie di cartone strapiene,
anche le loro. Gli odori dei formaggi, dei
salumi, delle focacce, dei peperoncini, dei
limoni riuscivano a confondere, non certo a
sommergere, quelli decisamente più
penetranti degli abiti e dei passeggeri che
accumulavano stanchezza, sudore e altre
sgradevoli esalazioni che offendevano
l'olfatto e rendevano irrespirabile l'aria dello
scompartimento.Superati i primi dieci,
quindici minuti si verificava, per fortuna, una
sorta di assuefazione alla sgradevole e
variegata esalazione e diveniva più
accettabile il pensiero che tale miscela di
odori, a una più attenta osservazione, la si
poteva forse attribuire a una patina che
ricopriva i sedili. Una specie di seconda
pelle che si ispessiva sempre più con il
tempo, conferendo all'intero ambiente una
miscela nauseabonda di asprezza e acidità
in una continua sovrapposizione di troppe
esalazioni per cui diventava impossibile
individuarne la fonte.Era insomma l'odore
del treno, che un viaggio dopo l'altro
acquisiva quasi una individualità propria e
non già attribuibile al carico di uomini e
cose che si alternavano all'interno degli
scompartimenti. Si poteva pensare che
l'eterogeneità dei passeggeri (la loro
provenienza, il loro abbigliamento, i loro
bagagli, la loro età, ecc.) venissero
amalgamati e omogeneizzati e tutti quanti
venissero poi irrorati da un dozzinale
profumo, diventando semplicemente
passeggeri di terza classe. Per Peppino,
vissuto, in gioventù, a contatto degli
odori i più disparati, compresi quelli acri e
penetranti dell'ovile - sia dell'ambiente destinato al ricovere delle pecore sia quello della casupola destinata alla preparazione e stagionatura del formaggio - l'impatto iniziale fu
pertanto di più breve durata, con un
notevole accorciamento dei tempi
normalmente richiesti ad altri per il loro
superamento.
Il treno degli "emigranti in America" era sovraffollato di povera gente che fuggiva
dalla miseria dell'Italia e che inseguiva il
sogno di un grande Paese che prometteva
lavoro per tutti, benessere per tutti, libertà
per tutti. Tutti in America potevano trovare un buon lavoro e, col tempo, raggiungere il benessere e, forse, anche "diventare ricchi". Il sogno americano, New York, le automobili, la corrente elettrica, l'acqua che sgorgava dai rubinetti dentro le case, la corsa all'oro .. e tanto altre comodità e sogni ancora in buona parte da scoprire.Tutti in America? sfuggì al
frastornato Peppino. Tutti in America!
risposero in molti.
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