Breve storia della Sardegna (4)

 Ottant’anni fa, all’incirca, il grande geografo francese Maurice Le Lannou – innamorato e profondo conoscitore della Sardegna – scriveva, utilizzando una mirabile sintesi geologica, che l’Isola è una terra primaria, potentemente consolidata dalle intrusioni granitiche dell’orogenesi ercinica (340 milioni di anni fa). E proseguiva: Il ruolo più importante nella genesi del rilievo sardo, lo ha giocato la tettonica. La Sardegna è un mosaico le cui tessere si sono spostate. Se le superfici delle diverse regioni sono monotone, non sono però tutte alla stessa altitudine, e sono spesso separate da scarpate molto ripide. Con altre parole, la Sardegna è una terra di altipiani e di gradini. Le erosioni posteriori hanno aggravato questa frammentazione grazie ai corsi d’acqua che hanno inciso versanti ripidi che finiscono per costituire delle nuove fratture. Alle gradinate delle fratture che mettono tanta asprezza in questi paesaggi bisogna aggiungere questi solchi profondi, ispidi custodi dell’isolamento delle diverse zone. Conseguenza di tale frammentazione è sempre stata la difficoltà della circolazione interna. Ma c’è un fatto anche più grave e più importante di questa frammentazione interna ed è il suo isolamento generale nel mondo mediterraneo: la Sardegna è a 230 chilometri dalla penisola italiana, a 200 dalla Tunisia, a 300 dalle coste francesi, insomma proprio al centro del Mediterraneo occidentale. Il mare, invece di attirare gli isolani sembra averli respinti verso l’interno dell’isola. 

Commenti