UNA NUOVA RELIGIONE.
Il luogo del raduno, dell’assemblea, la meta
insomma era, anche per i seguaci sardi, un’altura.
Era così per gli adepti veneti, lombardi, siciliani, ecc.
In ogni regione era stata organizzata la convention.
Stessa musica per altre diecimila comunità sparse nel
mondo e i cui membri accettavano il complesso delle
dottrine di quella inarrestabile religione che aveva come
punto d’incontro la comune fede nel telefonino.
L’età dei fedeli non contava: tutti erano invitati
ad abbracciare il nuovo credo religioso, purché il loro
smartphone potesse ricevere mail; che si fosse iscritti a
facebook, per lo meno. Date le premesse, le fasce d’età
escluse dal mega raduno universale erano quelle degli
ultrasessantacinquenni, data la loro preferenza per i
telefonini di vecchia o vecchissima generazione,
privi di collegamento internet. Il 31 di marzo
del 2023 vennero diffuse milioni di convocazioni
che arrivarono sui telefoni cellulari dei cinque continenti
( l’Artico e l’Antartico non parteciparono alla kermesse
del telefonesimo in quanto in quegli sperduti freezer
internet non prende bene). La convocazione era stata
decisa per il 3 aprile in occasione del 50° anniversario
della prima telefonata di quel geniaccio di Martin
Cooper, da un telefono cellulare Motorola.
Il raduno in Sardegna si sarebbe svolto sulle alture di
Barumini. Matteo ricevette l’invito a recarsi sulla
collinetta dove sorge il nuraghe , all’imbrunire
del 3 aprile, lunedì. Occorreva poi unirsi alla folla dei
fedeli in solenne processione innalzando al cielo il
telefonino ben illuminato, a mo’ di fiaccola.
E così fece Matteo. Decine di migliaia di fedeli sardi,
giovani soprattutto, si misero in cammino. Partirono
da Pirri, da Cagliari, da Quartu, da Oristano e da
Fordongianus, da Carloforte, da Ruinas, da Setzu …
La processione dei followers s’ingrossava sempre più,
era ormai un fiume in piena. L’insieme delle suonerie
con i muggiti dei buoi, con i clacson dei camion, con
le sirene dei carabinieri, con le note della Nona,
con l’inno di Mameli, con le campane di San Pietro,
riempivano l’aria. Il tramonto era imminente.
All’improvviso un’enorme Astronave a forma di
telefonino modello Motorola, con un sibilo a coprire
l’intero fracasso telefonico, plana dolcemente nella
vallata tra Barumini e Tuili. Sarebbe stato ideale un
atterraggio là dove sorge Su Nuraxi,
ma la presenza di alcuni grandi massi lo impedirono …
Furono fatte migliaia di foto e selfies, una tempesta
di flash illuminò a giorno l’intera scena. E poi, un correre
all’impazzata verso il Dio Telefono che, spenti i motori,
aprì l’immenso portellone. Ora i fedeli potevano
precipitarsi ed entrare nell’immenso antro, nel tempio.
Una vera scena apocalittica! I telefonini iniziarono a
squillare all’impazzata; una vera bolgia infernale!
Anche il telefonino di Matteo suonava, suonava, suonava…
“Ahiò, Matteo, svegliati! Sono le otto, è sabato,
dobbiamo andare a correre a Terramaini. L'hai scordato?”
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