D.H. LAWRENCE - SEA AND SARDINIA (2)

The Greeks had a sense of the magic truth of things. Thank goodness one still knows enough about them to find one's kinship at last. There are so many photographs, there are so infinitely many water-colour drawings and oil paintings which purport to render Etna. But pedestal of heaven! You must cross the invisible border. Between the foreground, which is our own, and Etna, pivot of winds in lower heaven, there is a dividing line. You must change your state of mind. A metempsychosis. It is no use thinking you can see and behold Etna and the foreground both at once. Never. One or the other. Foreground and a transcribed Etna. Or Etna, pedestal of heaven. Why, then, must one go? Why not stay? Ah, what a mistress, this Etna! with her strange winds prowling round her like Circe's panthers, some black, some white. With her strange, remote communications and her terrible dynamic exhalations. She makes men mad. Such terrible vibrations of wicked and beautiful electricity she throws about her, like a deadly net! Nay, sometimes, verily, one can feel a new current of her demon magnetism seize one's living tissue and change the peaceful life of one's active cells. She makes a storm in the living plasm and a new adjustment. And sometimes it is like a madness. This timeless Grecian Etna, in her lower-heaven loveliness, so lovely, so lovely, what a torturer! Not many men can really stand her, without losing their souls. She is like Circe. Unless a man is very strong, she takes his soul away from him and leaves him not a beast, but an elemental creature, intelligent and soulless. Intelligent, almost inspired, and soulless, like the Etna Sicilians. Intelligent daimons, and humanly, according to us, the most stupid people on earth. Ach, horror! How many men, how many races, has Etna put to flight? It was she who broke the quick of the Greek soul. And after the Greeks, she gave the Romans, the Normans, the Arabs, the Spaniards, the French, the Italians, even the English, she gave them all their inspired hour and broke their souls. Perhaps it is she one must flee from... L. Concas - D.H. LAWRENCE alla ricerca della libertà’- Introduzione a Sea and Sardinia e Apocalypse UN BREVE CENNO BIOGRAFICO. David Herbert Lawrence, nato a Eastwood (contea di Nottingham) l’11 settembre 1885, è uno dei più grandi romanzieri inglesi del Novecento. Suo padre Arthur John, minatore dall’età di sette anni, e sua madre Lydia Beardsall si erano conosciuti a una festa di ballo a Nottingham: il classico colpo di fulmine che li portò presto alla decisione di sposarsi, nonostante l’inevitabile e aperta opposizione della famiglia della sposa. L’estrazione borghese della famiglia di Lydia (il padre era ingegnere) e la sua stessa professione d’insegnante mal si conciliavano con la posizione economica, quella professionale e con la carente formazione culturale di Arthur John Lawrence. Il matrimonio, infatti, frutto di un’attrazione e di un’infatuazione tutta giovanile, dopo alcuni mesi incominciò a evidenziare gli opposti caratteri, le differenze sul piano dell’istruzione, della religione, degli interessi, e che presto sfociarono in una crescente difficoltà di adattamento di entrambi alla vita di coppia. Lydia, per poter realizzare il suo sogno d’amore, fu costretta ad abbandonare l’insegnamento; nel paesino minerario di Eastwood, dove  si  trasferì  dopo  il  matrimonio,  non  le  fu possibile ottenere l’incarico di maestra. La decisione di sposarsi e lasciare l’insegnamento fu presa in aperto contrasto con la sua famiglia che tentò inutilmente di farla desistere da tale scelta affrettata  che avrebbe sicuramente spalancato le porte a un futuro precario. La sua educazione religiosa costituiva inoltre un insormontabile ostacolo alla convivenza con Arthur Lawrence. Lei era infatti una puritana altera che seguiva i rigidi imperativi religiosi in maniera talmente intransigente da farla apparire quasi una fanatica. Lui, tutto muscoli e poco propenso a occuparsi dei fatti dello spirito e della religione, in breve tempo percepì la sua assoluta inadeguatezza al ruolo di marito di una tale donna che, dal canto suo, arrivò presto alla conclusione di aver sposato un uomo che, consumato in breve tempo l’ardore dell’innamoramento iniziale, ben difficilmente poteva aspirare ad avere un ruolo consono alle sue legittime aspirazioni di moglie. Lei divenne sempre più attenta alla gestione dell’economia domestica e poi all’educazione dei suoi quattro figli. Lui, stanco di essere ripreso per l’assenza sia come marito sia come padre, finito il lavoro in miniera, si rifugiava  all’osteria  dove,  in  compagnia  dei  suoi amici, finiva regolarmente con l’ubriacarsi. Tutte le attenzioni che la signora Lawrence non dedicava al marito, finì col riversarle sui propri figli, non disdegnando d’interpretare il ruolo di vittima anche in presenza dei suoi figlioli, che perciò crebbero nutrendo un odio e un risentimento sempre più forti nei confronti del loro padre. David adorava sua madre in maniera talmente profonda che ebbe a confidare a una sua amica Jessie Chambers (la Miriam descritta in Figli e amanti) di averla amata sempre, non con l’amore che un figlio dedica a sua madre, ma come una vera amante. Il complesso edipico che costituisce lo sfondo dell’opera e il contenuto autobiografico del voluminoso – oltre 500 pagine - romanzo di Lawrence traspare in numerosi brani e dialoghi tra il protagonista (Paul) e sua madre (Gertrude). A ciò va aggiunto il brano finale della prefazione a Sons and  lovers scritta da Lawrence e indirizzata  al suo agente letterario e amico Edward Garnett: “E se un figlio-amante si prende una moglie, allora costei non sarà sua moglie, ma solo il suo letto. E la vita di lui sarà lacerata in due, e la moglie nella sua disperazione spererà nei figli, per poter avere il suo amante  alla sua ora”. Il suo libro di maggiore successo  è proprio quel Sons and lovers , che è in effetti un grandioso monumento che Lawrence ha dedicato a sua madre. Pubblicato nel 1913 dopo l’iniziale rifiuto dell’editore Heinemann, ricevette un’accoglienza molto favorevole da parte della critica e del pubblico, tanto che il libro ebbe numerose edizioni in Inghilterra e negli Stati Uniti, cui seguirono le traduzioni in svedese, tedesco, russo, francese; fecero seguito, soprattutto dopo la morte dell’autore,  altre numerose traduzioni – una trentina circa – che consolidarono il successo internazionale del grande romanzo di Lawrence.  Storia intensa, densa di riferimenti autobiografici, il romanzo Figli e amanti è ritenuto, da parte di numerosi critici, la più alta espressione dell’intera opera narrativa di Lawrence. Il grande romanziere riuscirà col tempo a svincolarsi da quel morboso e quasi edipico rapporto con sua madre, solo quando Frieda, amandolo, riuscirà a liberarlo da quel cappio diventato ancora più stretto dopo la morte di Lydia (dicembre 1910).

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