Dal libro SULLE ORME DEI FENICI IN SARDEGNA (2)

Nel XII secolo a. C. ... Un secolo, il XII a.C., che segna lo spartiacque tra l'età del Bronzo e l'età del Ferro sia nell'Asia Minore che nella penisola ellenica; età del Ferro che per l'Europa del nord deve invece essere collocata 200-250 anni più tardi. Volgiamo lo sguardo indietro di qualche secolo. La regione dell'Asia occidentale anticamente chiamata Anatoliae attualmente compresa nella Turchia, diventa teatro di alcuni importanti avvenimenti il cui sviluppo ci potrà aiutare a inquadrare, per lo meno cronologicamente, i grandi flussi migratori che nel XII secolo avranno un effetto dirompente sugli equilibri politici del Vicino Oriente, sull'Egitto e sulla civiltà micenea. L'Anatolia centrale e orientale, ponte fra la Mesopotamia e il mar Egeo, era anticamente abitata da popolazioni che avevano sviluppato un'autonoma civiltà con una economia basata principalmente sull'agricoltura e la pastorizia. Non fu perciò difficile per quelle pacifiche popolazioni inserirsi nella corrente di scambi commerciali con i popoli coinfinanti, babilonesi e assiri, in particolar modo. I primi necessitavano di un costante e notevole flusso di derrate alimentari e i secondi diedero vita una serie di centri abitati posizionati sulla costa anatolica affacciata sul mare Egeo. Nella parte settentrionale di quel tratto di costa, sorsero diverse città che divennero nel tempo importanti empori commerciali e "sentinelle" a guardia dello stretto dei Dardanelli (l'antico Ellesponto) che immette nel mar di Marmara (Propontide). E tra queste, Troia assunse un ruolo sempre più importante ed egemonico. Troia, la mitica Troia, la Ilio omerica, che ha dato origine a uno dei miti universali più affascinanti e immortali. E nell'epopea omerica, nonuno ma dieci e più miti fanno da corollario alle due principali "storie": la guerra degli Achei contro la città di Priamo e l'interminabile viaggio di ritorno di Odisseo verso Itaca. Troia, un mito sopravvissuto per oltre venticinque secoli a partire dal probabile periodo di composizione e conservazione "orale"dei poemi omerici, sino al 1874, anno di pubblicazione del libro "Antichità troiane", resoconto degli "scavi" dell'archeologo "dilettante" Heinrich Schliemann. Fu l'uomo d'affari tedesco, appassionato di storia antica, a finanziare e dirigere gli scavi nella collina di Hissarlik, situata nell'odierno distretto di Canakkale, Turchia. Un mito ancora vivo, attuale, che mantiene inalterato il suo fascino, anche se ha trovato la sua collocazione storica, nel 1185 a. C. circa. Restano comunque molti lati oscuri da chiarire e che probabilmente conserveranno intatti alcuni aspetti leggendari e trasmetteranno ancora a lungo il fascino di un mito che, come tutti i grandi miti dell'umanità, non può essere interamente spiegato né interamente smentito o rimosso. La grandiosità dell'epica omerica è molto probabile che sopravviverà anche alle nuove future prove storiche fornite dall' archeologia, che giustificheranno spostamenti cronologici o specificheranno meglio gli avvenimenti, ma che difficilmente potranno soppiantare del tutto il mito.

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