LA TERZA GUERRA MONDIALE?

Sento la necessità di ripubblicare alcuni recenti post a proposito del pericolo (anche se non percepito sufficientemente, mi pare) del pericolo di un conflitto di vaste e inimmaginabili dimensioni che continua ad affacciarsi giorno dopo giorno. ******************************* Non so quando ci sarà la terza guerra mondiale, ma so che la quarta verrà combattuta con i bastoni (A. Einstein) ************************** LA GUERRA ERA FINITA. Le truppe stavano tornando a casa. Stanchi del fango e del grigiore olivastro, delle piogge di acqua salata e delle stive soffocanti, dodici milioni di soldati e marinai americani contarono i loro punti di servizio per vedere quanto presto avrebberon potuto partire per Brooklyn, Ukiah e St. Joe. Decine di migliaia di aerei da guerra, navi, carri armati, pezzi di artiglieria rimasero abbandonati, l'intera produzione industriale di una nazione prospera, il lavoro che avevano fatto le donne e gli uomini più anziani, che presto sarebbe stato gettato via. La seconda guerra mondiale era stata la guerra più distruttiva della storia, cancellando cinquantacinque milioni di vite umane. L'invasione tedesca dell'Unione Sovietica e l'ostinata risposta sovietica avevano causato più della metà di quei morti; con loro, sia in Germania che in Unione Sovietica, era seguita una rovina generale. Alla fine, nel Pacifico, due aerei che trasportavano due bombe avevano portato alla fine della guerra. Le due bombe atomiche, feroci come soli minori, avevano dato a un imperatore discendente da un dio un motivo per arrendersi. La guerra era finita. ( Richard Rhodes - Dark Sun: The Making Of The Hydrogen Bomb) *************************** Ma c'è a Hiroshima un muro, una parete, il fianco di una casa. Il 6 agosto del 1945 vi si proiettò e restò impressa l'ombra di un uomo. E poiché non c'è ombra senza luce, ci fu prima una bomba, un lampo, un'onda di calore. L'uomo che stava lì assorbì le radiazioni come una spugna e fece da barriera all'onda incandescente che cozzò contro il muro. Scomparve l'uomo. Lasciò l'ombra, la figura, la dimensione che occupava in questo mondo. La sua piccola dimensione che al mondo dava senso, la sua piccola gioia, il suo profondo e irrimediabile dolore". Di questo mondo e degli altri - Josè Saramago - trad. G. Lanciani

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