SULLE ORME DEI FENICI IN SARDEGNA (Introduzione)

IL Mediterraneo un mare in mezzo alle terre In un celebre passo del Fedone (109 B), Socrate si rivolge a Simmia e gli espone la sua opinione circa la terra e le parti di essa che i greci occupavano, vale a dire i territori della parte meridionale della penisola balcanica che si affacciano sul Mediterraneo, le isole del mare Egeo, le città ioniche dell'Asia Minore: "Noi abitiamo in una piccola parte della terra (che è qualcosa di straordinariamente grande) stando intorno alle rive del mare come rane o formiche intorno a uno stagno. E ci sono molti altri uomini che abitano altrove..".(Fedone - trad. Giovanni Reale - Rusconi 1991). Il Mediterraneo: circa 2,5 milioni di chilometri quadrati; una larghezza massima (seguendo la linea della latitudine) di 3.700 chilometri; uno sviluppo costiero di 46.000 chilometri; quasi quattro mila isole, dalla più estesa (Sicilia: 25.460 km) sino a quelle minori, esclusi gli Isolotti disabitati. Oggi si può sorvolare il Mediterraneo con un aereo di linea, seguendo una ipotetica rotta dallo stretto di Gibilterra allo stretto dei Dardanelli, in quattro ore, o poco più. Già a partire dalla seconda metà del secolo XX , il Mediterraneo si è enormemente rimpicciolito grazie appunto ai mezzi di trasporto che hanno diminuito di almeno 150 volte il tempo necessario per la sua percorrenza. Le navi micenee e fenicie, attorno al XII secolo a.C. , impiegavano per un identico percorso quattro o cinque settimane, che diventavano mediamente settanta, ottanta giorni se si considera la rotta abituale seguita dai navigli in partenza dal mare Egeo e diretti verso le coste iberiche. Il Mediterraneo, culla della civiltà occidentale: un complesso mosaico di popoli, razze, lingue, religioni, che è servito da sfondo per il travagliato percorso, durato diversi millenni, lungo il quale si sono sviluppate alcune fondamentali istituzioni, innovazioni e tradizioni che hanno segnato il cammino della storia. Storia dell'Occidente, s'intende.Torna utile, onde evitare approssimative interpretazioni di quel cammino, la lettura delle parole di Platone, già citate: "ci sono molti altri uomini che abitano altrove, e ci sono altre regioni simili a questa...". Una lezione sull’importante ma non esclusivo ruolo svolto sulla scena della storia universale dai popoli gravitanti sull’Egeo. Il Mediterraneo, non uno ma dieci mari; e fra questi mari "dipendenti", il mar Egeo è quello meglio definito nei suoi confini essendo situato tra la parte meridionale della penisola balcanica e quella occidentale dell'Anatolia, comprendente gran parte dell’odierna Turchia. A nord est l’Egeo è collegato con il mar di Marmara (anticamente denominato Propontide) attraverso lo stretto dei Dardanelli e il Bosforo: a sud è delimitato dalle isole di Creta e di Rodi; ha una superficie di circa 215mila chilometri quadrati; le sue isole sono oltre 1400 e la maggior parte di esse sono raggruppate in alcuni arcipelaghi (Cicladi a sud, Sporadi a nord,Dodecaneso a sud est). In chiusura di questa breve introduzione, un brano tratto dal libro dello scrittore croato Predrag Matvejevic (1932 – 2017) "Breviario mediterraneo" - traduzione di Silvio Ferrari – Garzanti 1991: "L'estensione dello spazio, la peculiarità del paesaggio, la compattezza d'assieme creano l'impressione che il Mediterraneo sia a un tempo un mondo a sé e il centro del mondo – un mare circondato da terre, una terra bagnata dal mare. Il sole che gli sta sopra e lo illumina generosamente come fosse in cielo solo per amor suo e appartenesse unicamente a esso". Nel XII secolo a. C. Un secolo, il XII a.C., che segna lo spartiacque tra l'età del Bronzo e l'età del Ferro sia nell'Asia Minore che nella penisola ellenica; età del Ferro che per l'Europa del nord deve invece essere collocata 200-250 anni più tardi. Volgiamo lo sguardo indietro di qualche secolo. La regione dell'Asia occidentale anticamente chiamata Anatolia e attualmente compresa nella Turchia, diventa teatro di alcuni importanti avvenimenti il cui sviluppo ci potrà aiutare a inquadrare, per lo meno cronologicamente, i grandi flussi migratori che nel XII secolo avranno un effetto dirompente sugli equilibri politici del Vicino Oriente, sull'Egitto e sulla civiltà micenea. L'Anatolia centrale e orientale, ponte fra la Mesopotamia e il mar Egeo, era anticamente abitata da popolazioni che avevano sviluppato un'autonoma civiltà con una economia basata principalmente sull'agricoltura e la pastorizia. Non fu perciò difficile per quelle pacifiche popolazioni inserirsi nella corrente di scambi commerciali con i popoli confinanti, babilonesi e assiri, in particolar modo. I primi necessitavano di un costante e notevole flusso di derrate alimentari e i se-condi diedero vita una serie di centri abitati posizionati sulla costa anatolica affacciata sul mare Egeo. Nella parte settentrionale di quel tratto di costa, sorsero diverse città che divennero nel tempo importanti empori commerciali e "sentinelle" a guardia dello stretto dei Dardanelli (l'antico Ellesponto) che immette nel mar di Marmara (Propontide). E tra queste, Troia assunse un ruolo sempre più importante ed egemonico. Troia, la mitica Troia, la Ilio omerica, che ha dato origine a uno dei miti universali più affascinanti e immortali. E nell'epopea omerica, non uno ma dieci e più miti fanno da corollario alle due principali "storie": la guerra degli Achei contro la città di Priamo e l'interminabile viaggio di ritorno di Odisseo verso Itaca. Troia, un mito sopravvissuto per oltre venticinque secoli a partire dal probabile periodo di composizione e conservazione "orale"dei poemi omerici, sino al 1874, anno di pubblicazione del libro "Antichità troiane", resoconto degli "scavi" dell'archeologo "dilettante" Heinrich Schliemann. Fu l'uomo d'affari tedesco, appassionato di storia antica, a finanziare e dirigere gli scavi nella collina di Hissarlik, situata nell'odierno distretto di Canakkale, Turchia. Un mito ancora vivo, attuale, che mantiene inalterato il suo fascino, anche se ha trovato la sua collocazione storica, nel 1185 a. C. circa. Restano comunque molti lati oscuri da chiarire e che probabilmente conserveranno intatti alcuni aspetti leggendari e trasmetteranno ancora a lungo il fascino di un mito che, come tutti i grandi miti dell'umanità, non può essere interamente spiegato né interamente smentito o rimosso. La grandiosità dell'epica omerica è molto probabile che sopravviverà anche alle nuove future prove storiche fornite dall'archeologia, che giustificheranno aggiustamenti cronologici o specificheranno meglio gli avvenimenti, ma che difficilmente potranno soppiantare del tutto il mito. Ma le vicende sicuramente o probabilmente verificatesi nel XII secolo a. C. non finiscono di stupirci. La presenza degli empori commerciali assiri nell'Anatolia centrale e nella fascia costiera risalirebbe agli inizi del XX secolo. Nel tempo tale presenza crebbe fino alla sua trasformazione in una forma di blando colonialismo commerciale. Gli assiri evitarono, almeno in un primo tempo, di interferire sull'assetto politico esistente preferendo proseguire i rapporti commerciali e mettendo da parte ogni pretesa di assoggettamento o di vassallaggio. La parte nord orientale dell'Anatolia, sino quasi alle rive del mar Nero, venne occupata dalle popolazioni hittite, delle quali non si conosce con esattezza la patria di origine, ma è probabile che provenissero dai territori compresi tra il mar Nero e il mar Caspio... (SULLE ORME DEI FENICI IN SARDEGNA - catalogo Amazon libri)

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