Presentando il suo libro LA MEMORIA E'L 'ULTIMO TRENO CHE HO PERSO, Massimiliano Colossi scrive che i personaggi che via via s'incontrano nei suoi racconti non lasciano traccia: per quanto mi riguarda devo dissentire, poiché il bravissimo autore ha pienamente raggiunto ciò che dovrebbe essere l'obiettivo di uno scrittore, cioè quello di lasciare l segno. Sono pienamente convinto che i lettori di questa riuscitissima raccolta non potranno che apprezzare: a) le invenzioni linguistiche e metaforiche; b) lo stile estremamente asciutto pur facendo trapelare in alcuni racconti una partecipazione e un'amarezza di fondo; c) l'avvicendarsi quasi caleidoscopico della folla dei personaggi (che lasciano il segno...).
E poi il filo conduttore di tutte le storie e che si può sintetizzare in una sola parola: amore. C'è l'amore materno donato (da una vedova, coinquilina) e accettato senza remore la vigilia di Natale. C'è "l'amore adulto e svezzato, forse moribondo, pronto a soffrire" per "passare meccanicamente una fetta di notte" nel racconto Dimenticami. C'è l'amore fraterno affrontato nel racconto Il treno della dimenticanza; c'è l'amicizia verso un borseggiatore pur sapendo che "l'amicizia tra gli esseri umani è ancora più ipocrita del presupposto dell'amore". C'è l'amore impossibile verso una donna sensuale; c'è l'amore che si scopre "con una sorta di stupore infantile" essere "una faccenda da scrittori, da romanzi, non una faccenda di vita vissuta".
C'è la passione per un'attività sportiva in Occhi che guardano.
L'amore adulto e svezzato fa comunque capolino nella maggior parte delle storie; ed è una costante del nostro autore la passione per i viaggi, per la musica, per le donne, soprattutto quelle che fanno dell'amore un lavoro, un mestiere, un'arte, lasciando da parte le incrostazioni moralistiche.
Tantissimi i racconti, tantissime le riflessioni che in fondo sanno di rarefatta malinconia per i luoghi in cui l'autore è vissuto, pur essendo egli un viaggiatore incallito. Molti i racconti per poterli esaminare singolarmente, ma mi sia permesso esprimere una sorta di preferenza pur nell'apprezzamento per l'intera opera: Origami, Il treno della dimenticanza, E Dio smise di volare, Gli spietati. E in questo racconto si legge il riuscitissimo aforisma "LA BELLEZZA DEI RICORDI STA NEL NON POTERLI RIVIVERE".
Non avendo avuto modo di ringraziare direttamente sul sito "ilmiolibro", colgo questo spazio per farlo, con tanta gratitudine per le parole spese che un po' m'imbarazzano e un po' mi inorgogliscono. Felice che abbia apprezzato quel malloppo di brevi racconti e soprattutto grato del prestito del suo tempo e dei suoi occhi saggi.
RispondiEliminaNon è scontato ricevere elogi da sconosciuti quando si è sconosciuti a propria volta, e ancora meno è scontato da chi adotta la stessa passione antica per la scrittura, la sua recensione mi ha emozionato e lusingato. Ancora grazie.
Sono piuttosto pigro e, spesso, distratto per cui trascuro l'aggiornamento del mio blog, ma è con grande piacere che ho letto il commento di Massimiliano Colossi alla mia segnalazione del suo bel libro. Non sono stati i miei complimenti esagerati né il mio tempo può essere speso meglio che per conoscere nuovi e sconosciuti autori, in quanto di scrittori che vincono i premi commerciali voluti e alimentati da un'editoria nazionale che, seppure annaspante e in forte crisi, continua a sfornare bestseller, non ne posso proprio più. Spero di leggerti ancora... Buona estate e buona scrittura
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