UN FIUME IN PIENA, recensione del libro "Malaluna"

Non ho trovato alcun altro titolo per sintetizzare le mie impressioni dopo aver letto la raccolta di racconti di Antonio Catalano "MALALUNA": un fiume in piena. Un fiume inarrestabile di pensieri messi giù sulla carta,  senza sosta sino allo sfinimento, quasi.
Periodi che si dilungano fino ad occupare un'intera pagina e che, riducendo al minimo la punteggiatura, conferiscono un ritmo incalzante che toglie il respiro...
Ci sono storie d'amore, di tradimenti, di fanciulle in erba e di donne  mature. C'è tanta nostalgia per i luoghi dell'infanzia, ma c'è anche tanta amarezza e pessimismo verso i modi di "pensare" e gli stili di vita che caratterizzano l'ambiente della comunità che Antonio Catalano ha lasciato per "cercare  fortuna", emigrando al Nord.
E poi c'è un anticlericalismo senza remore, senza sosta o pentimenti, accompagnato da un ateismo o meglio dalla sfiducia nell'utilità e sul ruolo della divinità. Ci sono storie surreali (Malaluna); il racconto di intrecci amorosi (Il verduriere); il racconto di un infanticidio commesso da una comunità bigotta e superstiziosa ("Il ciliegio dei silenzio", un titolo davvero accattivante). E c'è il rapporto amoroso ormai stanco e abitudinario di una coppia "matura",  accompagnato dalla solita bigotteria di stampo gattopardesco...
Non manca un pizzico di fantascienza che, tra le righe di Malaluna, dà un'interpretazione personalissima alla genesi del concetto di "eternità" e alla speranza che in essa hanno riposto centinaia di generazioni.
D'accordo le storie, ma al fondo il vero protagonista è lui, Antonio Catalano, che trascinerà il lettore in un viaggio fantastico e inebriante attraverso un filo conduttore che può apparire  minimalista, ma che è pervaso da quella saggezza che "impegnati come siamo a rincorrere  la futilità della nostra stupida breve vita"siamo soliti dimenticare.
(recensione pubblicata oggi su ILMIOLIBRO.IT)

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