INAMERICA - romanzo breve di Davide Manghini

 Con l'eteronimo di Davide Manghini ho pubblicato alcuni titoli con Amazon, tra cui INAMERICA. 

E', quella di Giuseppe Sulis - povero bracciante agricolo di Montecciu - una storia ambientata nella Sardegna degli anni '20 del secolo scorso. La carestia e le morti causate dalla Grande Guerra si sommano all'epidemia dell'influenza spagnola: sono i giovani le vittime dell'una e dell'altra tragedia. Peppino tenta inutilmente di sfuggire alla miseria che attanaglia la Sardegna e che stritola implacabilmente soprattutto i residenti nei piccoli centri dell'interno dell'Isola che hanno poche vie di uscita. L'emigrazione è la soluzione più dolorosa che il protagonista cerca di evitare fino all'ultimo, dopo aver tentato inutilmente di adattarsi al lavoro durissimo della miniera. Sarà costretto, infine, a raggiungere suo fratello a New York per iniziare una nuova vita finalmente svincolata dalla provvisorietà dei lavori che Montecciu - e la Sardegna - gli offriva. Ma quel sogno s'infrange contro il muro della tradizione che mette l'onore e la vendetta al primo posto di un decalogo implacabile.

Di seguito alcuni brani sulla vita in quello sperduto microcosmo che era Montecciu.

"Gli uomini che lasciavano di soppiatto le loro tane con le primissime avvisaglie del nuovo giorno, una volta fuori dall'uscio domestico, non avevano alcuna esitazione a lasciare in disparte i movimenti guardinghi e, dopo aver percorso qualche metro, dare un ritmo quasi di marcia militare alla loro camminata.

L'andatura decisa, scattante e forzata si accompagnava meccanicamente all'energico sfregamento delle mani infreddolite. Era un gesto, quest'ultimo, diretto sì a ravvivare una pigra circolazione, ma soprattutto veniva sollecitato da una anticipata soddisfazione che scaturiva dall'assoluta certezza che proprio quella mattina sarebbe stata la volta buona per ottenere una giornata di lavoro. E quei pochi minuti che occorrevano per giungere al punto di riunione diventavano così una frazione di tempo, di per sé di brevissima durata, ma che veniva dilatata e impreziosita da immagini e pensieri leggiadri intrisi di un'intima euforia, quasi fanciullesca.

E se qualcuno avesse visto un uomo, all'apparenza rude, lasciarsi andare a un sorriso abbozzato appena e gli avesse chiesto il motivo di tale malcelato buonumore, difficilmente avrebbe avuto una risposta. Si trattava di uno stato d'animo assolutamente inspiegabile.Cosa c'era, infatti, di piacevole nell'alzarsi prima dell'alba nelle giornate dell'interminabile inverno che lassù a Montecciu erano generalmente immalinconite da un impalpabile manto di umide nebbioline oppure sferzato da saettanti folate di tramontana? Bentu 'e fadigu,vento che porta con sé fame, carestia, miseria".

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