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Uno scrigno magico

di 28 maggio 2018

Rita Mattogno con il suo “fantastico” RACCONTI A SOGNI APERTI, ci ha regalato quattro racconti che molto difficilmente si potranno dimenticare. Sono fiabe, storie piene di magia e di saggezza che contengono dei messaggi che aspettano solamente di essere letti perché accrescano il “patrimonio favolistico” di ciascun lettore; quello, per intenderci, che con molto piacere, si trasmette a figli o nipoti. Il primo e il più toccante dei racconti, “Pauline”, ci fa conoscere una bambina “speciale” che riceve da una sirena la spiegazione della sua particolare difficoltà a comunicare con il mondo esterno: è lei stessa una sirena che però ha visto la luce sulla terra e non fra le onde marine e la sua difficoltà a comunicare deriva dal trovarsi a disagio al di fuori del suo elemento naturale: il mare. Il secondo racconto, JABRIL, anch’esso attraversato da un filo di magia è più “attuale” dal momento che narra la storia di un ragazzo utilizzato per compiere attentati terroristici. Il suo specchietto magico lo avverte continuamente (oscurando progressivamente la sua immagine riflessa) che ha imboccato la strade della perdizione e che se vuole recuperare il cuore e se stesso deve smettere di essere uno strumento di morte. Toccante il finale. Poi c’è la storia di Pèpe, guardiano di un faro, che conosce una leggenda carica di magia e di amore “La natura è un unico grande essere vivente formato da tante piccole e grandi anime”: questo il messaggio. Infine, Mathias, la storia di un ragazzo che trascorre le vacanze presso la nonna e, grazie a uno scrigno magico che contiene il filo del tempo, impara una lezione che gli servirà ad accettare il fluire del tempo, con i suo ritmi e le necessarie cadenze. Capirà, alla fine, che deve vivere “ogni singolo istante perché l’unica grande, vera ricchezza che abbiamo è il tempo”, da non sprecare, agendo nel modo più naturale: dando tempo al tempo.

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