Recensione di Parole del silenzio di Antonello Pellegrino

 

Silenzio, parole, poesia

di 22 ottobre 2018

Mi capita spesso (e capiterà a molti, credo)  che l’incipit particolarmente riuscito, o comunque che ci colpisce positivamente, che si tratti di un racconto o di un romanzo, c’impedisca di passare alla lettura delle pagine successive, almeno non subito, non perché il brano sia di difficile interpretazione o condivisione, ma per il suo esatto contrario. Ci soffermiamo e ritorniamo al primo rigo per la semplice ragione che restiamo affascinati dalla musicalità, dalla profondità, dalla bellezza, dallo stile, dal contenuto: restiamo ammaliati  e ci resta difficile staccarci da questa particolare attrazione. E allora riprendiamo la lettura e cerchiamo un ritmo (che magari è solo maggiore lentezza) che ci permetta di penetrare ancora di più il contenuto. 

E’ esattamente ciò che mi è accaduto dopo la prima lettura della stupenda poesia che apre la raccolta Parole dal silenzio di Antonello Pellegrino.  E’ successo, appunto, che ho letto e riletto per sei, sette volte Amala sempre (la vita)  e a ogni rilettura mi assaliva il bisogno di rileggerli, quei versi. 

Poi, naturalmente, ho proseguito nella lettura delle altre poesie, e mi sono imbattuto in LEI, concisa, brevissima, bellissima: Nel calore dei suoi sguardi/ la grandiosità del suo essere. E poi Foglie di vita: “Foglie che cadono lente…ingiallite dal tempo/ fra il calpestio della gente/fino a ritornare terra/fino a ritornare vita” .

E letta l’ultima delle 34 poesie del volume di Antonello Pellegrino, come si fa a non rileggere Amala sempre (la vita) e al suo profondo messaggio: “…amala quando corri spensierato/ quando sei disperato/amala con la malattia che dirada i capelli/amala quando il respiro manca… amala con gli occhi di tua madre/amala adesso”!  

 

 

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