Un bel libro di poesie

 

Poeti di… classe

di 21 maggio 2018

Poeti di classe o classe (o meglio, due classi la  Seconda A e la seconda B) di poeti. Gran bel lavoro, gran bella dimostrazione che la scuola può diventare “Scuola”, che trasmette, che stimola, che guida, che insegna. Dopo la prima lettura della raccolta “Pioggia di arcobaleni” a cura della professoressa  Lucia Ferrara, ho messo giù un primo commento. Ma alla seconda lettura, sento l’esigenza di fare qualche riflessione ulteriore. 

L’esperimento è riuscito ed è servito, sicuramente, ai ragazzi per la possibilità che hanno avuto e utilizzato appieno di esprimere, sotto forma di poesia, le loro paure, i loro sogni, il loro bisogno di amore (di darlo e di averlo), le loro già profonde conoscenze e certezze. Ma il risultato sarà pienamente riuscito se d’ora in poi gli adulti (genitori ed educatori, in primo luogo) sapranno accogliere quello che, a mio avviso, è il messaggio che questi ragazzi hanno voluto trasmetterci: ascoltateci, abbiamo sì tante cose da imparare ma abbiamo anche tante cose da dirvi. Colpisce la padronanza del lessico, senza dubbio alcuno, ma a leggere la profondità del contenuto si rimane, a mio parere, completamente disarmati. I temi trattati sono la primavera, la realtà, il mare, la vita, la felicità, l’emozione, l’amore. Ma si parla anche di silenzio e di infinito… E sull’infinito  i poeti si sono scatenati: arcobaleno, amore, “una porta verso un mondo sconosciuto”; ma è infinito anche “la vita che pur avendo una fine sa ricominciare”, “nell’universo l’uomo pone una scala  verso l’infinito”, “Cammino sola nell’infinito deserto in cerca di una luce sempre lontana irraggiungibile che solo l’eco dei sentimenti riuscirà a trovare”.  Meno male che un poco d’infanzia comunque è emersa: “L’infinito è una sgridata che non si sa la fine”!   Bravi tutti, ma  il simpatico  Giuseppe “L’estate arriva ma io non riesco a trovare una rima, voglio distendermi sul mare e voglio pensare solo a giocare…” ha avuto il merito di ricordarci che in fondo è giusto così: d’accordo, l’infinito è primaria fonte di poesia, ma lasciateci anche giocare.


Recensione pubblicata sul sito ILMIOLIBRO (21 maggio 2018).

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