German Espinosa - Le coorti del diavolo

 Vi presento uno scrittore visionario e fantastico e il suo Le coorti del diavolo, pubblicato in Italia nell'ormai lontano 1973 da Einaudi. Dal risvolto della copertina:

La letteratura latino americana ci ha abituati in questi anni a rivelazioni spesso entusiasmanti: basterà citare, tra i tanti, i nomi di Garcia Marquez. Vargas Llosa, Puig, Onetti, Arguedas, Scorza. Del tutto degno di questi ormai illustri "precedenti" è il giovane scrittore colombiano German Espinosa. Espinosa dimostra un estro visionario e fantastico, e una capacità immaginifica che si esaltano nelle risorse di un linguaggio ricco e mobilissimo. 

Ambientato a Cartagena, nelle Indie occidentali, nel pieno della caccia alle streghe, il romanzo ha per protagonisti Juan de Manozga, Inquisitore del Santo Ufficio e nuovo Torquemada, e il vescovo Cristobal Perez de Lazarraga: l'uno e l'altro impegnati, prima di giungere ad un ultimo e inevitabile scontro diretto,  a gestire il potere temporale e quello divino contro l'eresia.

Ecco le prime pagine di questo magnifico e terribile romanzo che trasuda l'odore dello zolfo ad ogni pagina, ad ogni frase, ad ogni parola. Un libro che ci conduce  a rivivere quei terribili anni di caccia alle streghe esercitata con molto impegno e lussurioso piacere da anziani prelati che in fin dei conti inserivano se stessi in un girono infernale in nome di una teologia dell'orrore, fino a dimenticare la fede che avrebbero dovuto difendere e purificare da ogni vera o presunta eresia.

Solo di pietre abbondano i campi! risuona l'ingenua ballata, e dalla loggia del Santo Ufficio il vecchio Juan de Manozga udiva aleggiare le coppie di streghe i cui belati di tenero capretto confermavano, nella mente senile dell'Inquisitore, le sue deliranti congetture: quegli strani esseri ballavano di notte attorno a un caprone, gli baciavano l'umido culo, ricevevano il suo seme gelato e poi lo spargevano, volando con diaboliche candeline tra le mani, sulla faccia della terra. Ecco che ci ho guadagnato a venirmene nelle Indie, questa Chiesa di ribelli e di furfanti! Ecco che mi ha riservato la mia cupidigia, e io, fesso, che mi ero già visto in sogno confessore delle loro cristianissime maestà! Corno bicorno, il diavolo sta attorno, attorno alla vecchiaccia, col figlio tra le braccia! Fesso, minchione, pazzo, me lo sono costruito da solo il mio inferno!  


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