Rileggendo "La caduta nel tempo" di E.M. Cioran

 Non meno significativo ci appare l'avvento  della psicoanalisi, terapia sadica, dedita ad acuire i nostri mali più che a lenirli, e singolarmente esperta nell'arte di sostituire, ai nostri malesseri ingenui, malesseri lambiccati.

La civiltà, con tutto il suo apparato, si fonda sulla nostra propensione all'irreale e all'inutile. Se acconsentissimo a ridurre  i nostri bisogni, a soddisfare  solo quelli necessari, essa crollerebbe all'istante. Perciò, per durare, s'ingegna a crearcene sempre di nuovi, a moltiplicarli senza posa, giacché la pratica generalizzata dell'atarassia avrebbe per essa conseguenze molto più gravi di una guerra di sterminio totale. Aggiungendo inconvenienti gratuiti a quelli fatali della natura, essa ci costringe a soffrirne  doppiamente, diversifica i nostri tormenti e rafforza le nostre infermità. (La caduta nel tempo trad. di Tea Turolla - ediz. Adelphi 1995)

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