Mentre si profilava all’orizzonte un tramonto primaverile stranamente caldo apparvero presso gli stagni Patriaršie due persone. Il primo - vestito d’un completo grigio estivo - era di bassa statura, di pelle scura, ben in carne, calvo; portava in mano un cappello e il suo volto, rifinito e rasato con cura, era abbellito da un paio di grandi occhiali con una montatura nera di corno. Il secondo - un giovanotto dalle spalle larghe, coi capelli rossi arruffati e un berretto a quadri - indossava una camicia scozzese, pantaloni bianchi spiegazzati e un paio di mocassini neri. Il primo era Michail Aleksandroviè Berlioz, direttore di una rivista letteraria e presidente di una delle piú importanti associazioni letterarie moscovite, denominata per brevità MASSOLIT{1}; il suo giovane accompagnatore era il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv, che scriveva sotto lo pseudonimo Bezdomnyj{2}. Giunti all'ombra dei tigli che cominciavano in quel periodo a fiorire, gli scrittori andarono verso un chiosco dipinto a colori vivaci, che portava la scritta «Birra e bibite». Ma bisogna già notare la prima stranezza di quella spaventosa serata di maggio. Non solo presso il chiosco, ma tutto il viale, parallelo alla via Malaja Bronnaja, era deserto. In un'ora in cui sembrava mancasse la forza di respirare, quando il sole che aveva scaldato Mosca sprofondava oltre la circonvallazione Sadovoe in una secca bruma, nessuno era venuto sotto l'ombra dei tigli, nessuno sedeva sulle panchine, il viale era tremendamente deserto.
Michail Bulgakov. Il Maestro e Margherita (Classici Vol. 172) . REA Multimedia. Edizione del Kindle.
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