FRANZ KAFKA - IL CASTELLO

K. si era tirato su per metà, si ravviò i capelli e, guardando i presenti di sotto in su, disse: «In quale villaggio mi sono perduto? Qui c’è dunque un Castello?». «Proprio così», disse il giovane lentamente, mentre qua e là qualcuno scuoteva la testa all’indirizzo di K., «il Castello del signor Conte West-West.» «E per pernottare bisogna avere il permesso?», chiese K. come per convincersene, nel dubbio di essersi sognato quanto gli era stato comunicato prima. «Bisogna avere il permesso», fu la risposta, e c’era scherno villano all’indirizzo di K. nel gesto del giovane che col braccio teso chiese all’oste e agli avventori: «O forse il permesso non occorre?». «Vuol dire che andrò a farmi dare il permesso», disse K. con uno sbadiglio, e scostò la coperta come per alzarsi.«Già, ma da chi?», chiese il giovane. «Dal signor Conte», disse K., «non c’è altro da fare.»

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