GLI INQUILINI di Bernard Malamud

Lesser, quando scriveva, a volte era come una rombante locomotiva, con tutti i vagoni attaccati tranne il furgone di servizio, che sferragliava lungo le ticchettanti rotaie verso un paese di cui sospettava la topografia ma che non conosceva finché non c'era arrivato............... Senza alzare gli occhi verso le finestre al suo fianco lo scrittore immaginava la giornata invernale al di là, luminosa come un cristallo, una viva bellezza fredda; lieto che esistesse ma senza desiderare d'esserci dentro o di farne parte, d'inspirare il pungente splendore nei suoi polmoni in ritiro, di viverla. Da tempo aveva soffocato quel tira-e-molla dentro di sé, altrimenti non avrebbe mai scritto seriamente. Bruciava di desiderio, mentre scriveva, di aprire l'armadio e guardare la sua scatola piena di manoscritti........................... Harry scribacchiava veloce con un crescente senso di piacere mentre le parole fluivano fruttuosamente sulla pagina.Già pregustava la soddisfazione di una buona mattinata di lavoro. Nel pomeriggio avrebbe dattilografato ciò che ora scriveva con la penna stilografica. Dopo il lavoro si sarebbe rifatto il letto, avrebbe fatto una doccia tiepida e fredda - calda era fuori discussione - e dopo avrebbe ascoltato qualcuno dei suoi dischi con un bicchiere in mano. Quella sera una festicciola improvvisata, possibilmente un po' di sesso se aveva fortuna; con un briciolo d'amore umano in un mondo furioso. Devi usare le parole ma devi usare più delle parole. Lesser sapeva che il campanello stava suonando e continuò a scrivere . Suonava con insistenza. Suona per sempre. Levenspiel suona. THE TENANTS by BERNARD MALAMUD (1971) edizione Einaudi 1972 trad. di Floriana Bossi

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