GLI INQUILINI romanzo di Bernard MALAMUD (THE TENANTS) - 3

Davanti al cadente edificio dipinto di scuro - una volta una casa decente, ora la casa di piacere di Lesser - c'era un singolo bidone che conteneva quasi soltanto la sua spazzatura, migliaia di urlanti parole strappate e torsoli di mela marci, fondi di caffè e gusci d'uovo, un bidone di spazzatura letteraria, i rifiuti del linguaggio diventavano il linguaggio dei rifiuti. Svuotato due volte alla settimana senza richiesta; lui ne era molto grato. Lungo la strada davanti alla casa correva un sentiero pedonale attraverso la neve. Non c'era un portiere da mesi, scomparso come uno spettro......... ....Le cose potevano andar peggio ed erano andate peggio, ma lui era sempre uno scrittore che scriveva. Riscriveva. Quello era il suo forte . C'erano, è vero, molte cose da cambiare nella sua vita. La casa accanto, sulla sinistra, era da lungo tempo evaporata in un parcheggio per auto, i suoi resti pop art, le cicatrici delle stanzette e gli ostinati colori del suo scheletro che testimoniavano una precedente esistenza incolore, erano geroglificati sul muro di mattoni di Levenspiel ; e aveva sentito dire che la smilza casa di destra, dieci sottili piani del 1880 (Mark Twain era vissuto lì?) con un ristorante italiano abbandonato e una veranda di ferro battuto, sarebbe stata la prossima..... ....Chi ha bisogno di una bomba atomica a New York? Se te ne andavi da un posto lo buttavano subito giù.(ediz. EINAUDI 1973

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