LE BRICIOLE DEL CUORE, recensione del libro "La solita fermata"

Di piacevole lettura, "La solita fermata" di Alessio Mencarelli è un libro che tratteggia efficacemente le "assopite riflessioni del cuore" di un liceale (?) che, avendo lasciato alle spalle l'adolescenza, inizia il graduale, faticoso percorso di maturità che già si preannuncia carico di illusioni, tentennamenti e delusioni, quelle sentimentali in primo luogo.
Un linguaggio quasi asciutto, intervallato da ben riuscite descrizioni del susseguirsi delle stagioni osservate e sofferte nel pur ristretto paesaggio di riferimento, cioè quello urbano  visto dagli occhi di un giovane che quotidianamente  utilizza il bus per recarsi a scuola.
Il "consumato grigiore del pullman" d'accordo, ma anche  il bus che diventa un "emblema impolverato e sporco, ma perlomeno asciutto e caldo" mentre si può osservare fuori che "le foglie  si erano staccate dal capezzale delle piante lasciandole nude".
E poi una fugace occhiata ai passeggeri del bus, che col tempo diventano familiari e, soprattutto, i primi sguardi ammiccanti all'indirizzo di lei, una ragazza che invita a fantasticare. E il protagonista, per tutto intero un anno, assiste allo spettacolo del succedersi delle stagioni e alla crescita della sua infatuazione.
E infine, dopo tante attese e speranze intervallate da pochi appuntamenti, ecco che il giovane, ormai convinto di essere  "arrivato all'amore", dovrà subire una cocente delusione.
Un libro, scrive Alessio Mencarelli, "dedicato a coloro che, infreddoliti, si trovano alla fermata con le mani screpolate, in attesa...di essere riscaldati":

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