Un altro brano di La danza del drago

 Gli aspiranti zappatori - lavoratori giornalieri privi di qualsiasi seppur minima protezione sindacale - lasciavano di soppiatto le loro tane con le primissime avvisaglie del nuovo giorno e, una volta fuori dall'uscio domestico, non avevano alcuna esitazione a lasciare in disparte i movimenti guardinghi e, dopo aver percorso qualche metro, dare un ritmo quasi di marcia militare alla loro camminata. L'andatura decisa, scattante e forzata si accompagnava meccanicamente all'energico sfregamento delle mani infreddolite. Era un gesto, quest'ultimo, diretto sì a ravvivare una pigra circolazione, ma che veniva oltremodo sollecitato da una anticipata soddisfazione per l'assoluta certezza che proprio quella mattina sarebbe stata la volta buona per ottenere una giornata di lavoro. E quei pochi minuti che occorrevano per giungere al punto di riunione diventavano così una frazione di tempo, di per sé di brevissima durata, ma che veniva dilatata e impreziosita da immagini e pensieri leggiadri intrisi di un'intima euforia, quasi fanciullesca. E se qualcuno avesse visto un uomo, dall'apparenza rude, lasciarsi andare a un sorriso abbozzato appena e gli avesse chiesto il motivo di tale malcelato buonumore, difficilmente avrebbe avuto una risposta Si trattava di uno stato d'animo assolutamente inspiegabile. 

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