Sulle orme dei Fenici in Sardegna (4)

La presenza degli empori commerciali assiri nell'Anatolia centrale e nella fascia costiera risalirebbe agli inizi del XX secolo. Nel tempo tale presenza crebbe fino alla sua trasformazione in una forma di blando colonialismo commerciale. Gli Assiri evitarono, almeno in un primo tempo, di interferire nell'assetto politico esistente, preferendo proseguire i rapporti commerciali e accantonare ogni pretesa di assoggettamento o di vassallaggio. La parte nord orientale dell'Anatolia fino quasi alle rive del mar Nero, venne occupata dalle popolazioni hittite, delle quali non si conosce con esattezza la patria d'origine anche se pare probabile che quelle popolazioni provenissero dai territori compresi tra il mar Nero e il mar Caspio. Quella delle genti hittite fu un'altra delle grandi ondate migratorie che intorno al XX secolo a. C. interessarono le popolazioni originarie di quella estesa regione compresa tra la Russia meridionale, l'Ucraina, la Georgia e l'Azerbaijan. Le località da cui presero avvio l'espansione e la successiva dominazione hittita non sono state del tutto accertate. Si ipotizza anche che la migrazione di quelle popolazioni provenisse dalle regioni balcaniche dove si stabilì, in un passato più remoto, in seguito a un primo flusso migratorio che poi trovò nell'Anatolia una definitiva collocazione. Resta comunque accertato che queste popolazioni sono state portatrici di alcune novità che hanno favorito la loro indiscussa supremazia militare: l'uso del ferro per la fabbricazione delle armi e l'introduzione del cavallo per il traino dei loro efficienti e temibili carri da combattimento. Soprattutto l'utilizzo di leggeri e veloci carri trainati da  cavalli e al cui interno trovavano posto tre soldati con distinti compiti (l'auriga, l'arciere e il guerriero armato di spada o lancia) potrebbe essere stata la motivazione del loro arrivo nei territori mesopotamici in seguito all'arruolamento di truppe hittite da parte dei sovrani locali. Truppe mercenarie, dunque, da utilizzare nelle guerre e nelle scorrerie. Il loro punto di forza, il carro da combattimento, li rendeva favoriti nei confronti degli altri eserciti, come quello babilonese che utilizzava i carri da combattimento particolarmente lenti essendo trainati da buoi o asini. E come spesso accadeva, le truppe mercenarie utilizzate in modo massiccio si trasformavano in eserciti ribelli che miravano alla presa del potere, sostituendosi ai sovrani che li avevano assoldati. E così, per i guerrieri hittiti non fu difficile trasformarsi da  esercito mercenario in dominatori della loro area di permanenza, dopo aver saccheggiato i territori circostanti. Al seguito  delle  truppe  hittite  emigrarono  nei territori dell'Asia Minore anche le famiglie; col tempo sorsero delle piccole città che tra il XVIII e il XVII secolo diedero origine a un modello statale che aveva nelle città il fulcro politico e militare. L'aristocrazia militare era naturalmente la classe dominante nei centri urbani che si erano organizzati in una sorta di federazione, sfociata successivamente in una più stabile organizzazione con il conseguimento della posizione dominante di una potente famiglia diventata poi la dinasta regnante. All'inizio del XVI secolo le truppe hittite  diedero il colpo di  grazia al regno babilonese dopo aver conquistato e  saccheggiato la capitale Babilonia che procurò loro un ingente bottino e inoltre contribuì ad aumentare la loro fama di guerrieri invincibili. SULLE ORME DEI FENICI IN SARDEGNA (Storia della Sardegna Vol. 1) (pp.6-11). Edizione del Kindle.

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